“Perché ti sei portata un quaderno? Lei si stiracchiò. Improvvisamente si sentiva stanca, come se avesse scritto pagine su pagine. Era lei a scrivere, la sera, o nelle pause. Gli altri la prendevano affettuosamente in giro per quel suo impegno, superfluo e infantile a loro parere, mentre lei insisteva: se non scriviamo, dimenticheremo. Ma che c’è da ricordare?, ribattevano loro. Ma loro non capivano, non capivano niente. E alla fine, come sempre, lei taceva e pensava: vedrete che un giorno vorrete ricordarvi di come ci eravamo divertiti, di come avevamo riso”.(David Grossman)